Esattamente un anno fa, oggi, era il mio ultimo giorno di
lavoro prima di entrare in maternità.
Avrei voluto lavorare fino all’ottavo mese, perché
fisicamente stavo bene, anzi mi sentivo molto attiva, ma a causa del diabetegestazionale, la mia ginecologa me lo ha categoricamente vietato.
Col senno di poi, meno male…ad agosto è cominciato un caldo
infernale e, se in casa con il climatizzatore a manetta e praticamente in
costume si riusciva a stare abbastanza bene, non oso immaginare attraversare
tutta la città con i mezzi pubblici, incamiciata e con una panciona sempre più
grande.
All’inizio pensavo di annoiarmi in quei due mesi che
avrebbero preceduto la nascita della mia piccolina, invece le giornate erano
ugualmente frenetiche ma con un valore molto più grande e profondo.
Nell’ultimo periodo di gravidanza le visite e i controlli
erano diventati più frequenti e, poterli affrontare con calma senza dover
correre tra un permesso di lavoro e l’altro, ti rende più consapevole di quello
che sta accadendo nella tua vita.
Avevo finalmente il tempo di confrontarmi con le future
mamme, condividere ansie e paure con chi, come me, lo stava diventando per la
prima volta e, cercare rassicurazioni e conforto da chi lo stava diventando una seconda, terza, quarta volta (meravigliosi Patty e Alain, la vostra è una di quelle rare famiglie che purtroppo si vedono sempre meno, semplici, grintosi e uniti nell'amore della vostra tribù più che mai!).
Ho imparato a dare valore al tempo, smettendo di rincorrerlo
e ho riacquistato il piacere di fermarsi a fare due chiacchiere senza puntare
sempre l’occhio all’orologio.
Ho avuto il tempo e la calma per preparare tutto il
corredino che avrebbe accolto la mia piccola e cosa più importante, preparare
la famosa valigia per l’ospedale, acquistando tutto quello che serviva ad una
futura mamma e di cui prima ignoravo l’esistenza.
Ebbene sì, i due mesi prima del parto, per mia grande gioia, sono stati
all’insegna dello shopping…e vi avviso, i negozi per i più piccini possono
creare dipendenza.
Sono luoghi di perdizione che se frequentati senza la
presenza di persone dotate di buon senso, potrebbero indurci ad acquistare
milioni di cose fondamentalmente uguali ma diverse solo per il colore.
Un rimprovero però a tutti questi negozi lo devo fare…non
tutte le mamme amano vestire le future nasciture di rosa e soltanto di rosa,
esiste anche il viola, giallo, verde, blu, rosso…ma a quanto pare alle case di
abbigliamento per neonati questi colori non piacciono.
Nel corso di quest’anno sono cambiate tante cose,
oltre al fatto che la mia piccolina ha riempito di gioia e nuova luce le nostre
vite e che la prossima settimana compirà 10 mesi, nel frattempo ho ripreso il mio
lavoro e, mi ritrovo a fare un primo bilancio, nel giorno in cui un anno fa,
tutto ha cominciato a cambiare sul serio, le priorità, i valori e la
conclusione che ne esce fuori è che è proprio vero…
…e a me questi piacciono molto di più di
quelli che ero abituata a vedere.
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