Varcata la soglia dell’azienda, non era praticamente cambiato nulla,
stessa reception, una ragazza giovanissima a chiederti cortesemente di
accomodarti in attesa della Dottoressa e i classici dieci minuti di attesa.
Prima di me c’era un'altra “pretendente al trono”…accompagnata dalla
mamma.
Non so per quale motivo, ma non ho mai apprezzato particolarmente chi
si fa accompagnare da qualsivoglia persona ai colloqui…se io fossi l’esaminatrice,
toglierei al possibile candidato già cinque punti per la scarsa autonomia, indipendenza
e poca sicurezza di sé…
ma a me tocca essere giudicata…
La sala del colloquio era quella di cinque anni prima e anche la
chiacchierata come allora è stata molto piacevole e tranquilla, ovviamente mi è
stato chiesto nuovamente il motivo del mio rifiuto preistorico e…che bello, non
si ricordavano nemmeno la posizione che mi avevano proposto, anzi risultava
anche strano mi avessero convocata per un posto in reception…figuriamoci a me!
Sta di fatto che la posizione questa volta è molto interessante e se mi
prendessero, sarei la persona più felice del mondo anche perché si tratterebbe
di un contratto di apprendistato di tre anni alla fine dei quali si
trasformerebbe in un tempo INDETERMINATO!!!
La nuvoletta sulla quale stavo già fantasticando è scoppiata in fretta
quando mi è stato detto che dopo questo colloquio iniziale l’iter di selezione
prevedeva un test pratico e due test PSICOATTITUDINALI per un numero indefinito
di persone, e senza nessuna urgenza di inserimento!!!
LI ODIO…
Ora…se si trattasse di un concorso pubblico o uno di quelli organizzati
dalle banche capirei l’esigenza di questi TEST PSICOATTITUDINALI anche perché sti
poveretti di selezionatori dovranno pur trovare un modo per fare una prima
scrematura tra le migliaia di persone che vi partecipano.
…ma a partecipare questa volta eravamo in quattro!
Una settimana dopo (ieri) era il grande giorno, al mio arrivo una prima
ragazza aveva già concluso il test pratico che ognuna di noi ha svolto in un’aula
immensa completamente sola, roba da sentirsi in soggezione!
Appena finito, un’altra ragazza ha preso il mio posto nell’aula immensa
(quella che la volta prima era accompagnata dalla mamma), mentre la quarta l’avrebbe
fatto dopo i test psicoattitudinali che avremmo svolto tutte e quattro
contemporaneamente.
Ma veniamo a questi test PSICOATTITUDINALI, che già la parola ti mette
i brividi.
La prima parte era composta da domande di tipo grafico, 40 domande da
completare in 20 minuti…
Va bene, io non sarò portata per questo tipo di test ma 30 secondi per
ogni domanda mi sembra davvero un tempo assurdamente piccolo!Tanto più che occorre interpretare la sequenza logica delle immagini proposte e capire quella che ne completa la serie.
Fatto sta che né io né le altre ragazze siamo riuscite a completarlo
interamente…ma solo un pazzo ci sarebbe riuscito!
La seconda parte consisteva in un test relativo ai numeri, 40 domande
per 30 minuti di tempo e su questo nulla da dire, tempo a sufficienza e domande
sensate, niente sequenze da interpretare ma puramente calcoli.
…sono uscita da quel posto completamente demoralizzata e anche un po’ incarognita.
Vorrei conoscerlo quel genio che ha stabilito che i TEST PSICOATTITUDINALI
siano un buon metodo per giudicare una persona sul piano lavorativo, quello che
ha deciso che esperienza, conoscenze personali, studi e attitudine al lavoro non
contino niente, che questo modo totalmente impersonale di conoscere le persone,
quelli che potrebbero essere i propri collaboratori sia quello vincente…
Io non ci credo, per me le persone che sanno svolgere questi test
correttamente ma soprattutto velocemente rasentano la psicopatia…
Io resto dell’opinione che le persone non si possano giudicare in questo
modo, da un pezzo di carta crocettato, occorre apprezzare il modo di porsi, di
interagire, ascoltare la proprietà di linguaggio…
io non giudico una persona se
dopo cuori, picche e quadri non mette una crocetta su fiori!
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